La tua carriola
La tua carriola è vuota
La tua carriola è vuota
Mentre il mondo si prepara alla COP30 — che si terrà a Belém, in Brasile, nel 2025 — un controverso progetto infrastrutturale divide ambientalisti, politici e comunità locali: la ricostruzione dell’autostrada BR-319, che attraversa l’Amazzonia da nord a sud.
Si tratta di oltre 870 km di asfalto che collegheranno Manaus a Porto Velho, nel cuore della foresta pluviale più importante del pianeta. Il governo brasiliano ne promuove il ripristino, promettendo sviluppo economico e coesione territoriale.
Ma il prezzo potrebbe essere altissimo.
La BR-319, costruita originariamente negli anni '70 e in gran parte abbandonata, oggi viene presentata come una soluzione strategica per il trasporto e l’integrazione dell’Amazzonia con il resto del Brasile.
Tuttavia, secondo studi pubblicati da Imazon e da altre organizzazioni ambientali, la riapertura della strada rischia di incentivare la deforestazione illegale, gli incendi boschivi e l’espansione di attività agricole intensive all’interno di aree protette.
Un contrasto evidente rispetto agli impegni presi dal presidente Luiz Inácio Lula da Silva, che ha promesso di azzerare la deforestazione entro il 2030.
La COP30, la più importante conferenza sul clima dell’ONU, sarà la prima ospitata nel cuore dell’Amazzonia. Un’occasione storica per il Brasile, ma anche un momento delicato per la sua credibilità ambientale.
Nel contesto di una crisi climatica globale, promuovere la tutela della foresta mentre si costruiscono nuove strade che ne accelerano la distruzione appare contraddittorio.
Come spieghiamo nel nostro articolo su deforestazione e biodiversità, ogni nuova infrastruttura non regolamentata apre varchi a tagli illegali, accaparramenti di terre e perdita irreversibile di habitat.
Molti residenti della regione vedono la BR-319 come una promessa di progresso: accesso a ospedali, scuole, mercati. Ma le comunità indigene e i popoli tradizionali avvertono l’ombra di una minaccia.
Organizzazioni come COIAB denunciano l’assenza di una consultazione libera e informata, come previsto dal diritto internazionale, e il rischio di espropriazioni, violenze e conflitti territoriali.
Secondo diversi analisti, esistono alternative più sostenibili alla BR-319: lo sviluppo di trasporti fluviali a basso impatto, l’incentivazione del commercio digitale e l’investimento in energie rinnovabili.
Approcci che possono migliorare la qualità della vita nella regione amazzonica senza compromettere l’equilibrio ecologico. Ne parliamo anche nella nostra guida su sviluppo sostenibile e innovazione verde.
La BR-319 non è solo una strada. È un bivio: tra una visione del futuro che sacrifica l’ambiente in nome dello sviluppo, e una che cerca equilibrio tra uomo e natura.
In vista della COP30, il mondo guarda al Brasile come esempio. Sarà in grado di coniugare progresso e sostenibilità? O perderemo un altro pezzo della foresta per sempre?
In questo momento critico, ogni voce conta. Su Treeonfy puoi contribuire concretamente ai nostri progetti di riforestazione, educazione e tutela ambientale.
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